Il carcinoma della prostata rappresenta attualmente il secondo tumore più frequente nel sesso maschile e, in alcune aree geografiche, come l’Europa, il Nord America, ed alcuni Paesi africani, è il tumore più diffuso tra i maschi. In Italia il carcinoma della prostata è la neoplasia più frequentemente diagnosticata nella popolazione maschile: rappresenta il 22% delle patologie neoplastiche prevalenti nei maschi e il 10% di tutti i tumori diagnosticati.
Spesso si rende necessaria la prostatectomia radicale, che consiste nell’asportazione totale della prostata, delle vescicole seminali, e, generalmente, dei linfonodi presenti nel bacino allo scopo di eliminare tutto il tumore.
Un intervento di questa portata può comportare conseguenze negative per il paziente, come la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria. Data l’importanza della sessualità nella vita della persona, vi è molta attenzione alle ricadute emotive legate alla perdita della funzione erettile. Meno considerazione viene invece prestata agli aspetti psicologici correlati all’incontinenza urinaria.
La perdita della continenza urinaria ha un impatto regressivo molto pesante sull'uomo che va incontro alla profonda umiliazione del senso di sé e della propria identità, con un forte sentimento di vergogna e di perdita della propria autostima. L'incontinenza urinaria incide notevolmente sulla qualità di vita del paziente, interferendo negativamente con ciascuna delle sue dimensioni, da quella interpersonale a quella professionale, limitando inoltre, in maniera importante, l'attività fisica e sessuale del soggetto. Nell'individuo può maturare il timore di perdere il controllo vescicale e di emanare cattivi odori e ciò può indurlo a modificare il proprio stile di vita e a servirsi di meccanismi di adattamento preventivo: può limitare i propri spostamenti ai soli percorsi di cui conosce la collocazione dei servizi igienici e può sviluppare alcuni comportamenti compensatori come la riduzione dell'assunzione di liquidi, lo svuotamento preventivo della vescica, l'evitamento dell'intimità sessuale; a ciò si aggiunge la necessità di utilizzare assorbenti o pannoloni, che comporta un aumento del sentimento di disagio, di imbarazzo e di vergogna, soprattutto al momento dell'acquisto.
Spesso negli uomini che sviluppano la complicanza dell'incontinenza urinaria insorgono stati depressivi secondari a tale condizione, che regrediscono solo se si verifica la risoluzione della problematica urinaria; al contrario apatia, senso di colpa e negazione del problema, contribuiscono a cronicizzare tale condizione con ripercussioni negative sulla vita dei pazienti.
La sessualità può divenire altrettanto problematica: si generano sentimenti di inadeguatezza fisica ed emotiva in quanto l'aumento della frequenza urinaria, associato al bisogno impellente di urinare, può favorire la diminuzione del livello del desiderio con riduzione dell'attività sessuale di coppia, gravata inoltre dalla consapevolezza che la mancanza del controllo vescicale durante il rapporto sessuale potrebbe determinare la perdita di piccole quantità di urina. Ciò può condurre alla rinuncia della vita sessuale e addirittura ad evitare una relazione sentimentale.
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