I risvolti psicologici della radioterapia
La radioterapia, da sola o in associazione alla chemioterapia e/o alla chirurgia, è una delle principali modalità di trattamento dei tumori. La radioterapia agisce mediante l'uso di radiazioni ionizzanti che sono in grado di distruggere le cellule tumorali danneggiandone il DNA e bloccandone la capacità di proliferazione; tali radiazioni, tuttavia, possono colpire anche una minima parte di cellule sane, le quali contrariamente alle cellule neoplastiche, sono in grado di riparare i danni subiti e di recuperare la loro funzionalità.
Le radiazioni ionizzanti utilizzate per la radioterapia sono erogate da macchinari sofisticati. La radioterapia è solitamente somministrata in sedute giornaliere della durata di pochi minuti per cinque giorni alla settimana; i due giorni di pausa programmata favoriscono la riparazione del danno prodotto dalle radiazioni nei tessuti sani.
Il piano di trattamento per ciascun paziente è assolutamente personalizzato ed elaborato dal medico radioterapista in accordo con il fisico sanitario, i quali si prefiggono l'obiettivo di studiare quale sia il modo migliore in cui i fasci di radiazioni debbano colpire il tumore in modo che si adattino al bersaglio, risparmiando i tessuti sani.
Il miglioramento tecnologico degli ultimi anni e la più accurata impostazione del trattamento radiante hanno minimizzato la comparsa degli effetti collaterali. Rimane, tuttavia, una piccola percentuale di pazienti che andrà incontro ad un danno dei tessuti sani compresi nel campo radiante. La tossicità delle radiazioni dipende dalla qualità del fascio radiante, dal tipo dei tessuti inclusi nel campo di radioterapia, dalla dose di radiazioni e dalla sensibilità dei singoli tessuti coinvolti.
Effetti collaterali di carattere generale:
Effetti collaterali secondari ad irradiazione del Sistema Nervoso Centrale:
Effetti collaterali secondari ad irradiazione della testa e del collo:
Effetti collaterali secondari ad irradiazione dell’addome e della pelvi:
Gli effetti collaterali della radioterapia possono rendere il periodo concomitante al trattamento molto delicato da un punto di vista psicologico.
Generalmente rispetto alle terapie chirurgiche e alla chemioterapia, la radioterapia induce minori problemi psicologici anche se il contatto con i macchinari e le idee personali in merito possono essere all’origine di particolari vissuti psicologici.
I reparti dove si effettuano i trattamenti radianti sono generalmente quelli che, all’interno degli ospedali, utilizzano alta tecnologia, con macchine enormi e sofisticate ed è facile che il paziente si approcci ad esse con comprensibile apprensione. Inoltre le radiazioni possono essere facilmente associate ad altri eventi inquietanti come la bomba atomica, incidenti nucleari e/o malattie provocate da radiazioni di vario tipo.
Nei malati sottoposti a radioterapia l’esperienza della paura è un evento piuttosto comune e trova molteplici ragioni che vengono di seguito riassunte:
Possono essere presenti anche altri vissuti come ansia, paura dell’isolamento, sindromi claustrofobiche. Talvolta i malati possono manifestare rabbia, depressione e disperazione se anche questa terapia si rivela inefficace, come per esempio nel controllo del dolore.
Molteplici vissuti psicologici possono essere facilmente controllati e/o attenuati attraverso un’attenta preparazione psicologica del paziente alla terapia. Per tale ragione in diverse strutture oncologiche vengono proposte una serie di iniziative e/o suggerimenti come:
Un eventuale supporto psicologico può essere mirato a sostenere empaticamente la persona malata e ad aiutarla a discutere il modo, sentito come più appropriato, per far fronte alle difficoltà legate alla malattia e al trattamento radiante.
Fonti
Tamburini M., Murru L. (1999), Aspetti psicologici del paziente neoplastico in Bonadonna G., Robustelli Della Cuna G. Medicina oncologica, Masson, Milano.